mercoledì 20 dicembre 2017

#modasostenibile MA PER CHI?

20/12/2017

Ciao!

Angolo della polemica. Angolo fashion! Giusto per iniziare ad onorare una delle definizioni del blog.
Avete mai sentito parlare di moda sostenibile?


È la sigla fighetta adottata oggigiorno dopo che quella “equo&solidale” è finita in cantina (per vari motivi, spesso validi).
Se ne fa alfiere più di una simpatica&giovane signora della buona borghesia italiana, anche fra le espatriate - che fa più “internazzzzzionale”. 
Terreno di espansione immaginaria della parola d’ordine: blog, YouTube, Instagram.
Che l’è?
Un fritto misto di vari elementi, dal modello emergenziale “siamo in guerra, va bene tutto pure gli stracci” all’acquisto di cose care come mezzo rene ma etiche.
Etiche.
Etiche....
Inizia a venirmi voglia di attaccare al sostantivo delle accise, giusto per far alzare il PIL.
Abbiamo vari elementi che compongono l'universo #modasostenible, e tutti rigorosamente slegati fra loro: un po’ di riciclo creativo, un po’ di usato, un po’ passiamoci le cose fra parenti, un po’ l’acquistare da aziende di nicchia che in ogni fase della lavorazione non inquinano e/o applicano contratti decorosi ai propri dipendenti (in contrasto con lo sfruttamento nel terzo mondo).
Ecco, io a queste aziende di nicchia il termine “sostenibile” non lo affibbierei così, generosamente, perché la sostenibilità è un concetto estensivo, come la raccolta differenziata: funziona molto bene se la facciamo in tanti, in 4 gatti no.
Troverei un altro sostantivo per queste encomiabili aziende (suggerimenti?), ma “sostenibile” anche no: non mi viene perché i loro capi sono fuori della portata di una famiglia media italiana, cioè non sono, di fatto, sostenibili. Qualcosa che ha dei limiti di accesso non è di per sé condivisibile erga omnes, che sostegno le vuoi dare, quindi? Limitato. Però la”rivoluzione sostenibile” sarebbe quella che si prefigge un cambiamento di paradigma nel comportamento del consumatore, laddove la stessa parola “consumatore” dovrebbe perdere senso per altro. E bla bla.
Qui dovrei parlare di Impronta Ecologica ecc. ma ve la faccio breve, sono le paladine della #modasostenible (l'insistenza sull'hastag è voluta) a disturbarmi.

E non mi dite purché se ne parli: la strada per l’inferno è lastricata di ottime e carinissime intenzioni.

Parliamo del MODO di parlarne: quel modo di dire male del fast fashion (che comunque non mi piace, sia chiaro) senza offrire alternative che non siano l’usato (!!!!!), e dire molto bene di tendenze pseudo popolari (= real fricchettone) dimenticando clamorosamente che cosa diamine sia successo all’Italia in questi ultimi 20/25 anni, e trattando con inaudita superficialità la capacità di spesa degli italiani.
Sapete, come quelle che urlano che in un cosmetico ci sono “schifezze” ma, poverine, balbettano a mala pena di chimica.
In soldoni: dopo che abbiamo consentito la distruzione dei nostri distretti della moda - e già quando negli anni ‘90 Benetton, dopo aver costretto tutti i suoi laboratori terzisti veneti ad acquistare macchinari nuovi e costosissimi, prendeva e delocalizzava facendo fallire migliaia di piccole imprese, e NON ABBIAMO URLATO FORTISSIMO perché non abbiamo capito nulla - adesso che la fuga è compiuta e l’intero comparto in crisi irreversibile, ‘ste genie mi parlano di moda sostenibile.

Gesù aiutami tu.

Queste donnine consapevoli&etiche vincono il libro delle lamentazioni dei vari presidenti della camera della moda italiana, i quali sono vent’anni minimo che supplicano di fare “Sistema” (come in Francia) i nostri stracazzo di stilisti ed imprenditori.

Bene, adesso pare che il demonio sia la fast fashion - come se non gli avessimo spianata la strada fino al punto da non sapere più davvero apprezzare un maglione in quello stranissimo materiale che si chiama lana - e che i nuovi salvatori dell’ecosistema siano quelle piccole ditte che lavorano in modo etico a prezzi fermamente fuori budget e, naturalmente, senza avere mezza idea (pure loro) di che cosa sia fare sistema.
Ci vuole un mondo industriale + una rete imprenditoriale come le avevamo noi per “svoltare” la moda, non tre aziendine di buon cuore.
Però queste merdavigliose ed inutile tizie (che possono spendere) devono venire a dire a ragazze e donne che non possono spendere - e che si colpevolizzeranno dunque per niente - come si vive in modo etico.

Li mortacci.

Però quanto fa figo parlarne, eh. Le vedi tutte comprese nel ruolo da dietro le loro telecamerine che straparlano di cose che non sanno, bene intenzionate giovin signore borghesi che di mercato e tecniche della moda ne sanno esattamente quanto il mio gatto.

Ma ‘sticazzi.
E quelle in preda a sensi di colpa? La nazione per caso dormiva durante la messa in onda dei vari servizi televisivi a partire dagli anni ‘90 circa le condizioni di lavoro nel terzo mondo? Da un paio d’anni gira un documentario sul “Vero costo della moda” e sull’internet uuuuuuh! Apriti cielo. L’esplosione di maaaaa io non lo sapeeeeeevo!!! Mi sentoooo malissimooooo!!! Oddio oddio che cosa ho fattooooo!!!
Ma si drogano?
Da quando è uscito fioccano dichiarazioni di pentitismo di giovani e meno giovani.
Mi cade la mandibola.
Ma seri?!?!?
Fatemi capire: quando vent’anni fa mostravano i bambini indiani che cucivano le Nike, c’ero solo io davanti alla TV? E le adolescenti di oggi, che posso capire che non vedessero quei servizi di venti anni fa per ovvie ragioni anagrafiche, ma due genitori che quei servizi li hanno visti e gliene parlino nooooo??? Di nuovo: c’ero solo io davanti alla TV? Io non mi spiego il perché le moltitudini vengano a sapere oggi cose arcinote. Guardate che non sono ironica, davvero non me ne capacito.
Potrei continuare a lungo, non ultimo citare il recente video di una di queste luminari che sostiene che la #modasostenible debba costare, cioè essere sostenibile per tutti fuorché per il compratore, ma non renderei mai bene lo scazzo fotonico che mi sta pigliando nel sentire volenterose pseudo attiviste - ignoranti come l’insalata riccia delle basi del tessile&moda - farsi paladine di atteggiamenti eeeeeeeeeetici immerse nel vuoto cosmico di due nozioni due.

Robe da matti.

Bye
Gattone

martedì 2 maggio 2017

Algenist genius ultimate anti-aging vitamin c serum

Ciao:-)

Oggi parliamo di un siero di cui lo staff di P. Begun aveva molto ben parlato: 
https://www.beautypedia.com/skin-care-reviews/by-brand/algenist/_/Genius-Ultimate-Anti-Aging-Vitamin-C-Plus-Serum

Non si trova più in commercio in Italia – Sephora rivendeva Algenist fino al 2016, data in cui ha fatto delle promozioni strabilianti per mandarla fuori dai piedi. Nel frangente, io avevo “colpito” con qualche acquisto mirato; ve ne parlo perché su QVC e su altri siti la si trova (così come presso Sephora U.S.A.), e quindi potreste essere tentate.

Algenist genius ultimate anti-aging vitamin c serum
30 ml x 118 dollari – non mi ricordo quanto venisse a prezzo intero al tempo, io gli diedi sui 25 (se non ricordo male).
Solo Pao, no data di scadenza.
Terminata il 5/4/2017, non proprio una scheggia, la alternavo.

Ingredienti:
-Alguronic Acid: Improves the appearance of firmness which results in more toned and younger looking skin. 
-Microalgae Oil: Keeps skin hydrated up to five times longer than untreated skin over a 24-hour period. 
-Vitamin C+: Helps to reduce the appearance of discoloration and boost radiance in the skin. 
-Plant Collagen: Hydrates and conditions the skin while promoting a more youthful appearance. 

INCI: Water, Glycerin, Butylene Glycol, 3-O-Ethyl Ascorbic Acid, Polymethylsilsesquioxane, Sodium Citrate, Hydroxyethyl Acrylate/Sodium Acryloyldimethyl Taurate Copolymer, Niacinamide, Ethoxydiglycol, Algae Exopolysaccharides, Chlorella Protothecoides Oil, Vinyl Dimethicone/ Methicone Silsesquioxane Crosspolymer, Citric Acid, Algae Extract, Peg-12 Dimethicone, Palmitoyl Oligopeptide, Palmitoyl Tetrapeptide-7, Caprylyl Glycol, Xanthan Gum, Vegetable Collagen, Ethylhexylglycerin, Hexylene Glycol, Disodium EDTA, Plantago Lanceolata Leaf Extract, Sorbitan Isostearate, Polysorbate 60, Sodium Lauroyl Lactylate, Carbomer, Polysorbate 20, Ceramide NP, Ceramide AP, Ceramide EOP, Phytosphingosine, Cholesterol, Leuconostoc/Radish Root Ferment Filtrate, Phenoxyethanol, Fragrance, Coumarin.

Che dire? E’ acido l-ascorbico (+ altre cosine belle) in un mezzo siliconico PER FORZA DI COSE: l’acido l-ascorbico o lo metti nel silicone (tramite una tecnologia brevettata) o lo anneghi nell’olio (squalano), ma se lo disperdi in un mezzo fluido si ossida in mezz’ora, punto e basta.

Punto e basta.

Se volete usufruire delle qualità dell’acido l-ascorbico senza la noia del silicone, potete disperderlo in acqua ma va usato SUBITO: cioè dovete farvi ogni volta il siero, dosaggio minimo, e usarlo al momento (su L’angolo di Lola trovate la ricetta).

Che cosa ne penso di questo siero Algenist? NI. Non mi ha conquistata come pensavo; inoltre, come ogni siero siliconico, metterci sopra qualche cosa (la crema giorno, per dire) è perfettamente inutile visto che il silicone fa da barriera isolante (ok, dipende dai siliconi usati, diciamo che ve ne rendete conto con l’uso), ergo era ideale d’estate ma meno d’inverno perché indossare solo un siero quando fa freddo non mi è sufficiente.

Se lo consiglierei? Eh. Se ne usassi un’altra confezione potrei avere un parere definitivo, con un sola non so: diciamo che è mia opinione che non valga la pena fare i debiti e diventare matte per reperirlo, se guardate la H. Rubinstein trovate l’equivalente (anche se consta una rapina).

Ciaus!

Gattone



Disclaimer: come previsto dalle regolamentazioni FTC introdotte il 1 Dicembre 2009, nessun prodotto mostrato mi è stato inviato gratuitamente. Tutto è stato comprato con i miei soldi e le opinioni che esprimo sono le mie e di nessun altro. Le foto le ho fatte io per non violare alcun copyright.

CARITA idéal Hydratation Bain des Lagons masque eclat

Ciao a tutte!

Oggi vi parlo di una maschera che ho terminato – con fatica – il 17/4/2017.

CARITA, idéal Hydratation Bain des Lagons masque eclat.
Costo Douglas: euro 49,96 per 50 ml  ma on line ho visto i pezzi più disparati (dai 26 ai 35). Cercatela in sconto, a prezzo intero no, vi prego…io stessa più di 30 euro non gli diedi.
Ha il Pao ma non la data di scadenza.

INCI: Water • Glycerin • Sea Water • Butylene Glycol • Hydrogenated Palm Oil • Ethylhexyl Hydroxystearate • Cetyl Alcohol  Cyclopentasiloxane  Polyacrylamide • Jojoba Seed Oil • Crithmum Maritimum Extract • Hydrolyzed Viola Tricolor Extract • Codium Tomentosum Extract • Caprylic/Capric Triglyceride • Propylene Glycol  Cyclohexasiloxane  C13-14 Isoparaffin • Saccharide Isomerate • Fragrance • Laureth-7 • Glyceryl Acrylates/Acrylic Acid Copolymer • PEG-200 • Tetrasodium EDTA  Triethanolamine  Sodium Hyaluronate  Acrylates/C10-30 Alkyl Acrylate Crosspolymer • Polysorbate-20 • Atelocollagen • Agar • Panthenol  Tocopheryl Acetate • Chitosan • Algin  Retinyl Palmitate • Glycolic Acid • Niacinamide • Sodium Chondroitin Sulfate • Limonene  Linalool  Geraniol  Benzyl Benzoate • CI 77007/Ultramarines • CI 42090/Blue 1 • CI 19140/Yellow 5 • Phenoxyethanol  Methylparaben  Ethylparaben  Butylparaben  Propylparaben • Isobutylparaben


Avete presente quando SAPETE che la tizia che vi sta decantando le meraviglie del prodotto ha una pelle molto diversa dalla vostra MA VOI COCCIUTE come mufloni in calore NO, non c’è verso che colleghiate due concetti elementari?

Ecco.

Tizia con pelle secca – nonostante sia convinta di averla normale-mista: ma può essere normale, leggermente mista, una pelle che assorbe il burro di Karite’ come lei mi diceva, eeeeeeeeeeeeeeh dàààààààààiiiii!!!!! – che ti dice che ‘sta maschera è una sorsata dissetante per la pellaccia che levete proprio.

Certo, se hai la pelle come il deserto del Mojave, in effetti, anche la Nivea messa in frigo può fare la differenza, eh.

Se avete una reale pelle misto grassa o grassa, non vi servirà ad una fava, neanche a 50 anni: ho trovato più idratante la crema giorno, per dire.

Finirla è stato complesso, l’ho dovuta mischiare ad acido ialuronico e ad altre diavolerie.

Consigliabile (mah…) solo per pelli o secche (ma non troppo) o disidratate (ma non troppo): anzi, sconsigliata a tutte se non vi fate dare un campioncino (una maschera di idratazione intensiva si vede se è tale  anche solo dopo un’applicazione), perché, raga, basta buttare soldi in consigli a cappero.

Ciao!
Gattone




Disclaimer: come previsto dalle regolamentazioni FTC introdotte il 1 Dicembre 2009, nessun prodotto mostrato mi è stato inviato gratuitamente. Tutto è stato comprato con i miei soldi e le opinioni che esprimo sono le mie e di nessun altro. Le foto le ho fatte io per non violare alcun copyright.

lunedì 20 marzo 2017

Hem hem...Perilei Pausa 10 tubetti da 5 ml della Angelini

Ma ciaoooo!!!!

Ferve l'attività dopo mesi di abbandono del blog. Ho non so più quante recensioni in canna, vedrò di darmi una mossa.

Oggi parliamo di una crema vaginale: non è come sembra! Datemi un attimo che vi spiego.

Correva l'anno 2015 e leggevo in una delle numerose pagine di bellessa che infestano Facebook, di tizia che aveva sentito alla Tv che la tale Antonella Mosetti consigliava l'applicazione su viso e collo del prodotto di cui oggi parliamo. 
Siccome ne lessi l'Inci e ne vidi l'invitante prezzo, mi dissi che un esperimento ci stava tutto. Prima di svenire leggete tutto:-)

Perilei Pausa. 10 tubetti monodose (sono in plastica morbida) da 5 ml l'uno (per un totale di 50 ml) della Angelini. Euro 18,30.

"Perilei Pausa è una crema vaginale ideale in menopausa. Favorisce l'idratazione e un corretto mantenimento del contenuto di Collagene presente naturalmente nel tessuto connettivo perineale e insieme ad una corretta ginnastica per il pavimento pelvico, aiuta a prevenire la perdita di tono e del trofismo del tessuto perineale. La sua applicazione, abbinata a una corretta ginnastica perineale (esercizi per il pavimento pelvico), aiuta a prevenire la perdita del tono e del trofismo del tessuto perineale, e a limitare la possibile incidenza dei fenomeni disfunzionali di questa area."

Vi metto le foto del prodotto così potete apprezzarne l'Inci da sole. L'unica cosa che dovevo fare e non ho fatto perché quando mi dimentico reiteratamente di fare una cosa non c'è proprio speranza di ricordarmela, era di misurare il PH di questa crema. Avevo finito le strisce misuratrici e avrei dovuto fare un ordine su quei siti di materie prime - perché in farmacia non vi venga mai in mente di comprare le strisce per la rilevazione del PH, le fan pagare una cosa rapinosa -  ma la pigrizia e la taccagneria hanno avuto la meglio.

Quindi, se non sono a conoscenza del PH, di fatto, non posso consigliarvela, perché il PH di una emulsione per il viso deve essere di un certo tipo a seconda dello scopo che vogliamo sortire, mentre per l'area vaginale di un altro, e se non interseco i dati è inutile che vi caldeggi o sconsigli un prodotto. Siccome lo ricomprerò, vi saprò dire - ma se qualcuna che mi legge vuol fare in autonoma la misurazione e dircelo, è molto bene accolta.

Ultima cosa: io l'ho usata per collo e seno, proprio perché non sapevo il PH e perché ho voluto essere iper prudente (e non mi è dispiaciuta).

Bye!
Gatton






Disclaimer: come previsto dalle regolamentazioni FTC introdotte il 1 Dicembre 2009, nessun prodotto mostrato mi è stato inviato gratuitamente. Tutto è stato comprato con i miei soldi e le opinioni che esprimo sono le mie e di nessun altro. Le foto le ho fatte io per non violare alcun copyright.